ROMA – Avversarie certe, avversarie possibili in Europa per Juventus, Atalanta, Napoli, Inter e Roma. Cominciamo da quelle “vere”.
LIONE
Il Lione verrà a Torino per difendere l’1-0 rifilato alla Juventus nell’andata. Come stia una squadra francese che ha forzatamente concluso il proprio campionato l’8 marzo scorso (e pure con una sconfitta, 0-1 a Lilla), è presto detto: non si può, dopo mesi senza agonismo reale e senza un obiettivo altrettanto reale da raggiungere, ripartire come se nulla fosse. E’ una delle tante anomalie di questa Champions riveduta e corretta. Una delle più tremende anomalie, che possono da sole spostare i destini di una sfida. Squadre calde e squadre fredde, squadre attive e squadre disattivate. Nel primo gruppo italiane, inglesi e spagnole. Nel secondo gruppo francesi e tedesche, con le francesi che stanno di fatto peggio di tutte. In Italia, Inghilterra e Spagna si è ripreso a giocare. In Francia si è smesso, appunto, a marzo. In Germania si è ricominciato ma si è anche finito perché i campionati sono finiti. Dunque torniamo al Lione. Ha bisogno di ritmo, di stimoli, di confronti. Per questo Garcia ha programmato due amichevoli contro le due squadre di Glasgow: Rangers e Celtic: “Due bellissimi test anche se sfortunatamente non potremo giocare con tutti i tifosi che avremmo voluto”. Ma ovviamente sa anche che due partite non possono bastare, soprattutto perché amichevoli. E non basterà neppure la finale di Coppa di Lega contro il Psg (il 31 luglio). Si appellerà all’entusiasmo dei suoi. Ma certo è che la Juventus parte con un discreto vantaggio “emotivo”: sapere che il prossimo 7 agosto la penultima partita ufficiale degli avversari risalirà a cinque mesi prima.
BARCELLONA
Il Napoli va in Catalogna sapendo che non gli basterebbe neppure lo 0-0. Impossibile, onestamente, capire quanto possa valere il Barcellona, questo Barcellona. Va a strappi, i quali sono quasi sempre provocati da Messi. Al 90% ha perso la Liga, mentre ci sono, secondo molti, soltanto il 10% di possibilità che nella gestione Setien le cose siano davvero migliorate (a parte quel debutto col Granada che fece intravedere cambiamenti poi non confermati). Ci sono poi le ansie del club, il rinnovo di Messi, la paura di essere arrivati alla fine di un ciclo. Tutte cose che destabilizzano l’ambiente, rendendo il gruppo più vulnerabile. Certo giocare da loro, anche se senza pubblico, non è mai semplice. Non è mai uno scherzo trovarsi di fronte Messi e nello stesso tempo preoccuparsi di Suarez e magari di Fati. Per non parlare dell’uomo forse più determinante dopo Messi: Vidal. Un punto a favore del Napoli è la difesa. I tagli e le sovrapposizioni potranno servire. Così come l’atteggiamento degli esterni (Insigne, Callejon), se non daranno riferimenti a Semedo e Alba, eccelsi in attacco, non altrettanto quando difendono. Se Demme si preoccuperà in prima battuta di Messi, la difesa di Gattuso se ne potrebbe avvantaggiare. Ma senza togliere un centrocampista. Ossia Demme (o chi per lui) dovrà sdoppiarsi. E il Napoli sta bene. Barcellona favorito per forza. Ma non così tanto. Se però Messi incide, il match è chiuso.
Fonte: Repubblica.it