NBA, Gary Payton: Seattle, MJ, il trash talk, i suoi eredi e la prossima squadra campione

CHI È GARY PAYTON | Nella Hall of Fame dal 2013, Gary Payton è stato campione NBA nel 2006 con i Miami Heat, miglior difensore della lega dieci anni prima, per nove volte è stato convocato per un All-Star Game e incluso nel primo quintetto difensivo della lega. È quarto all-time nella storia NBA per recuperi (2.445), decimo per assist (8.966) e 38° per punti (21.813). Ha legato il suo nome ai Seattle Supersonics, la cui maglia ha indossato per 12 stagioni e mezzo.

SACRAMENTO, CA – 1994: Gary Payton #20 of the Seattle SuperSonics rests against the Sacramento Kings circa 1994 at Arco Arena in Sacramento, California. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 1994 NBAE (Photo by Rocky Widner/NBAE via Getty Images)

IL SUO QUINTETTO BASE DEI TRASH-TALKER | Conosciuto per essere uno dei migliori trash talker di sempre, l’ex Sonics completa il quintetto base con altri 4 nomi eccellenti: “Il trash talk di Reggie Miller era buono, quello di Michael Jordan anche, anche Larry Bird in campo non stava mai zitto e sinceramente non me l’aspettavo: era arrogante, sbruffone, ti diceva che ti avrebbe segnato in faccia e da quale zona del campo lo avrebbe fatto. E poi Kevin Garnett”.

LE SFIDE CONTRO MJ | “Lui era il miglior attaccante al mondo, io il miglior difensore”, sgombra subito il campo dagli equivoci Payton. “Erano sfide fantastiche: sapevo di non poterlo fermare – nessuno poteva fermarlo completamente – per cui la mia sfida era di riuscire almeno a contenerlo, tenerlo a 23-24 punti quando di solito ne segnava 35-40 contro tutti. La mia tattica contro di lui era di portarlo lontano dalla sua comfort zone, rendergli ogni tiro difficile e poi cercare di aggredirlo in difesa, segnargli in faccia per far sì che sul possesso successivo volesse a tutti i costi rispondermi con un canestro, e magari farlo forzare una conclusione”.

Fonte: Sky Sport