NBA, Shaq rivela quali giocatori attuali potrebbero superare gli 81 punti di Kobe

La G League serve esattamente a questo: mettere minuti nelle gambe, ritrovare ritmo e confidenza sul parquet e mettere in mostra le proprie doti contro avversari di livello più basso rispetto a quelli NBA. Nico Mannion, consapevole nel momento in cui ha firmato un two-way contract di poter essere impiegato anche con i Santa Cruz Warriors, non si è lasciato abbattere dal confinamento nella bolla di Orlando in G League, ma ha vissuto l’esperienza come il modo per poter finalmente far capire allo staff tecnico di Golden State di che pasta è fatto.

Sono bastate infatti nove partite – tutte giocate da titolare e durante le quali ha mostrato di poter essere più determinante anche di un veterano come Jeremy Lin – viaggiando a cifre importanti nei 33 minuti trascorsi sul parquet: 19 punti, 7 assist e oltre 3 rimbalzi a gara, con un paio di recuperi di media a riempire un boxscore che Steve Kerr e i suoi uomini hanno letto con grande piacere. Per quello gli Warriors hanno deciso di richiamarlo assieme a Jordan Poole, con buona pace di Santa Cruz che grazie alle sue prestazioni è in lotta per uno dei primi posti tra le squadre della lega di sviluppo. Adesso è tempo di tornare a calcare i parquet NBA, nella speranza di poter giocare anche più dei 6 minuti di media che Golden State gli ha concesso nelle prime sei partite in carriera da professionista.

Fonte: Sky Sport